| Ciao a tutti! Il mio computer sta lievemente meglio ( ho fatto ben due checkdisk di recupero del sistema: se va di nuovo in crash ... formatto! ) e posso dedicarmi di più ai forum! Apro questa nuova discussione che é l'ampliamento di un tema già affrontato nel topic sulle Torri di Facciata: http://medioevo.forumfree.net/?t=11902151&p=140734206 Per la verità il mio riferimento andava principalmente agli edifici sacri, anche perché trovarne di civili superstiti risalenti a periodi precedenti il XI-XII sec. non mi pare sia cosa frequente. Al di là di questo, tuttavia, credo che quanto tu citi apra un discorso complesso, che riguarda il senso stesso del costruire. Per esempio, una certa diffusione dell'iconografia medievale - verosimilmente legata al simbolismo stesso delle architetture - si trova anche su edifici come palazzi comunali e pure, in parte, su costruzioni private. Non mi pare che tali temi siano stati mai studiati specificamente, anche se, parlandone in generale. M. Eliade ha scritto un interessante saggio sui "riti del costruire". In effetti, é un tema affascinante: quanto il simbolismo religioso ha influenzato l'architettura civile? E quanto consapevolmente? In altri termini: quanto ha influito l'imitazione? E quanto invece era pienamente compreso e condiviso?Non saprei dire se e/o quanto si possa parlare di simbolismo religioso che ha influenzato l'architettura civile. Pur ammettendo che chiese, palazzi comunali, ecc.. siano stati costruiti quando una certa mentalità era diffusa e per questo era espressa sia in edifici religiosi che civili, credo proprio che il senso del simbolismo stia nelle ragioni "mistiche" del costruire. Tanto per dare un'idea, diversi palazzi comunali riportano iscrizioni di fondazione con tanto di dedica a vari santi. Mi scuso poi per la sorta di autocitazione, ma mi pare che questi esempi siano coerenti a quanto si va dicendo: http://spazioinwind.libero.it/iconografia/PalazzoGuelfi.htm qui poi è il caso di un edificio civile che non saprei dire se pubblico o meno: http://spazioinwind.libero.it/iconografia/Ripatransone.htmSono d'accordo con te: il simbolismo era insito nel costruire stesso ... la sacralità del gesto di costruire una casa aveva davvero una spiritualità fortissima, già in epoche remote peraltro! Direi che, per questi motivi, il simbolismo religioso tendesse "naturalmente" a sconfinare su edifici civili ... mi hai fatto venire in mente altre osservazioni: domani trovo un po' di materiale ed apro una nuova discussione sull'argomento!Alla logica del costruire, dedica uno dei suoi capitoli più interessanti Angiola Maria Romanini, una delle più importanti studiose dell'arte medievale dell'ultimo ventennio. Come sappiamo, la storia, in generale, è nemica delle semplificazioni. I partecipanti a questo forum. sanno bene come la mentalità medievale, ammettendo l'ambiguità del termine, fosse "compendiaria", come la definisco di solito io; non solo l'abusato "le cose significano loro stesse e qualcos'altro", utilizzato in termini esegetico-filosofici-artistici ma anche, il gusto, il piacere, l'ambizione, l'attitudine (in una sola parola la mentalità) alla "summa", ovvero al concepire ogni creazione non come slegata ed individuale (in un certo qual modo "artistica" nel senso contemporaneo) ma come rappresentativa e coerente: con l'ambiente, con gli scopi, con le credenze, per dirla in breve con ciò che la precedeva e ciò che la seguiva. Questo lungo preambolo per sottolineare quanto nel guardare correttamente la storia che c'interessa sia necessario un "cut-off" mentale che impedisca di proiettare all'indietro la nostra realtà. Ciò che interessa ai fini del discorso che stavate facendo è capire che esiste una "filosofia del costruire" ed ovviamente identificare quale questa sia. Gli elementi importanti di una costruzione sono 3 (ammesso che sia ex-novo e in un ambiente agibile, altrimenti 4 considerando le pre-esistenze o gli ostacoli): il committente, la destinazione ed il cantiere, o come sottolinea la Romanini, "i cantieri". Questi sono i 3 "soggetti" con il quale l'architetto (ma anche il pittore e lo scultore) si trovano a dialogare, ai quali rispondono del loro lavoro. Penso che un esempio calzante in questo sia la Cattedrale di Modena, che tutti conoscono. E' anche una delle poche "firmate" nel senso che ne conosciamo "il mirabile artefice" ovvero Lanfranco. Ora se applichiamo lo schema precedente, ci sono chiare molte delle scelte compiute nella sua realizzazione, tenendo conto che l'apparato iconologico era il primo ad essere progettato e sottoposto alla committenza, che in questo caso è rappresentata dalla città di Modena (possiamo dire che il romanico deve moltissimo alle committenze "cittadine"). La città era stata poco tempo prima "scismatica" e la nuova sede vescovile era pensata nell'ambito di una politica di "rientro" nelle grazie romane. Lanfranco era certamente un progettista quotato e capace di dialogare con la dinamica dei "cantieri" che in quegli anni, sulla scia di quanto accadeva a Milano e Pavia, stavano sperimentando le coperture voltate a crociera, i pilastri a ritmo alternato con il matroneo in funzione statico-decorativa e il tentativo di "salire in altezza" (anche per risolvere il problema dell'illuminazione). A Modena però, applicò consapevolmente una scelta conservativa, in linea evidentemente con le volontà della committenza, scegliendo la meno "ardita" copertura a capriate lignee, recependo invece il matroneo e la scansione alternata dei pilastri, cogliendone però semplicemente il lato "estetico", magistralmente innovato con la corrispondenza "esterno-interno" che a sua volta "farà scuola". Quindi l'edificio nasce e cresce all'interno di queste dialettica, con scelte ovviamente di volta in volta differenti anche a riguardo delle diverse costruzioni e della loro "individualità". Per fare un ulteriore esempio era praticamente scontato, ad un certo periodo, che le costruzioni benedettine mostrassero la loro committenza recependo gli "schemi desideriani" ovvero ricalcando il modello della grande ricostruzione dell'abbazia di Montecassino voluta da Desiderio nell'XI sec. Dalle mie parti ho l'Abbazia di S.Liberatore alla Maiella, che ne era quasi una copia in scala. Le situazioni locali potevano poi fare la differenza. A San Liberatore per esempio si optò per dei lapicidi locali, il che fece sì (data la funzione "normativa" che l'Abbazia tendette ad avere nel territorio) che la tradizione autonoma dei portali abruzzese continuasse per tutto il secolo (ed anche per il seguente) con ottimi risultati, cosa che non avvenne per la decorazione pittorica, che alla Maiella (ed in tutto il resto d'Abruzzo con scarse eccezioni) seguì l'influsso campano e benedettino in particolare. Tutti questi fattori, con gradazioni diverse da caso a caso, vanno sempre considerati a mio parere, nelle costruzioni medievali, siano esse di carattere sacro che di carattere più profano: la logica non cambia, può cambiare semmai il simbolismo, l'allegorismo meno accentuato o forse solo espresso in maniera differente, dei vari palazzi comunali, dei castelli, delle stesse residenze.Detto questo, apro questo topic con una considerazione: quante volte noi appassionati di medioevo abbiamo visto temi tipici delle chiese riportati su case di civile abitazione? Si tratta solo di un fenomeno di imitazione "del sacro" unidirezionale? O viceversa abbiamo avuto anche delle contaminazioni in senso inverso, con simbolismi legati a superstizioni, tradizioni pagane o più semplicemente al "simbolismo magico della casa" che sono migrati nell'iconografia degli edifici sacri?
Faccio alcuni esempi di quello che si poteva trovare sia sulle facciate delle chiese che sui muri delle case medievali: croci, monogrammi IHS, simboli di fertilità (mammelle e figure "priapee") oppure volti apotropaici (che evocano in qualche modo i gargoil delle cattedrali gotiche ma anche le maschere dell'iconografia romanica), eccovi alcuni esempi ... http://www.comune.sambuca.pt.it/cultura/pietra.htm
Il fatto che il simbolismo religioso sia in qualche modo derivato da un preesistente simbolismo legato alla sacralità della casa, sembrerebbe emergere da quanto riportato dal Guenon nel suo "Simboli della Scienza Sacra" a proposito degli "Arkan" http://www.gianfrancobertagni.it/materiali...uenon/arkan.htmLa raffigurazione dei cinque arkân appare ancor più chiaramente nell’altra forma del gammadion (fig. 16), in cui quattro squadre, che formano gli angoli (arkân nel senso letterale della parola) di un quadrato, circondano una croce tracciata al centro di questo; i vertici delle squadre sono volti allora verso l’esterno, invece di esserlo verso il centro come nel caso precedente.6 Si può considerare qui la figura tutt’intera come la proiezione orizzontale di un edificio sul suo piano di base: le quattro squadre corrispondono allora alle pietre di base dei quattro angoli (che devono essere infatti tagliate "a squadra"), e la croce alla "pietra angolare" del vertice, che, per quanto non sia sullo stesso piano, si proietta al centro della base secondo la direzione dell’asse verticale; e l’assimilazione simbolica di Cristo alla "pietra angolare" giustifica in modo ancora più evidente tale corrispondenza.
Infatti, dal punto di vista del simbolismo cristiano, entrambi i gammadia sono considerati allo stesso modo rappresentazioni di Cristo, raffigurato dalla croce, in mezzo ai quattro Evangelisti, raffigurati dalle squadre; l’insieme equivale dunque alla ben nota raffigurazione di Cristo stesso in mezzo ai quattro animali della visione di Ezechiele e dell’Apocalisse,7 che sono i più comuni simboli degli Evangelisti.8 L’assimilazione di questi ultimi alle pietre di base dei quattro angoli non è del resto assolutamente in contraddizione con il fatto che, d’altra parte, san Pietro sia espressamente designato come "pietra di fondamento" della Chiesa; si deve solo vedervi l’espressione di due punti di vista diversi, uno dei quali si riferisce alla dottrina e l’altro alla costituzione della Chiesa; e non si può certo contestare che i Vangeli siano veramente i fondamenti della dottrina cristiana. http://www.gianfrancobertagni.it/materiali...n/pietraang.htmL'ideogramma degli arkan (o del gammadion) come rappresentazione (vista dall'alto) di una casa ma anche come metafora della chiesa (con Cristo come chiave di volta del tetto ed i quattro evangelisti a fare da pietre cantonali (d'angolo) a sostegno statico dell'intera costruzione. Ma allora edifici "a cantonali" come questi qui sotto sono nati ad imitazione di antiche chiese? Oppure questo tipo di architettura (che, se vista in pianta coincide perfettamente con il simbolo indicato più sopra) é stato "ritematizzato" dal simbolismo cristiano? Oppure ancora, ci troviamo davanti ad simbolismo "del costruire" più antico, che é riuscito a sopravvire a tutto, lasciando un'eco sia nell'architettura religiosa medievale che nella più tarda massoneria? Mi scuso se sono stato poco chiaro: mi rendo conto che sia un argomento non proprio semplice da spiegare! Nel caso ... ditemi!
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