Roma ... cosa vedere?, ... per caso sarete in zona dal 20 al 26 aprile?

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MarcoSupersonic
view post Posted on 29/4/2009, 18:11 by: MarcoSupersonic




Eccomi qui! Chiariamo subito: la mostra non è del tutto priva d'interesse: bisogna vedere cosa si cerca ed andare con le giuste aspettative; ad esserci pezzi, ce ne sono: il Polittico di Badia, la Madonna di San Giorgio alla Costa, la tavola con "L'Eterno Padre" degli Scrovegni, il Santo Stefano Horne, il Polittico di Raleigh, l'angelo della Navicella; e non mancano altri lavori di nome: una Madonna con Bambino di Cimabue (quella col "Bambino vispo" in cui Bellosi volle vedere la mano di Giotto giovane"), l'affresco staccato di Santa Croce di Maso di Banco (così giottesco da trarre in inganno me e Janus che non lo conoscevamo), il dossale di Verrucchio di Giovanni Baronzio, il "Trionfo della morte" dell'Orcagna per tacere di opere scultoree come la "Madonna sdraiata" di Arnolfo di Cambio e la celeberrima "Sedes Sapientae" di Tino di Camaino.
Certo, se si va pensando ad una monografica su Giotto, si rimane con l'amaro in bocca; la mostra del resto vorrebbe evidenziare soprattutto i rapporti tra precursori e continuatori della rivoluzione giottesca. Ed è proprio qui che, secondo me, si perde: troppi pezzi di scarsa qualità e leggibilità, troppo "incasinata" la collocazione, didatticamente e criticamente la mostra mi ha deluso: il sottoscritto (che ha sicuramente una certa dose d'ignoranza, ma le "basi" dell'argomento le possiede, sicuramente in maniera più ampia rispetto ad altre mostre viste) non ne ha tratto nessuna grande intuizione critica sul rapporto di Giotto con la bottega e con il "Trecento", anzi ne ha viste confuse le poche idee che aveva. Anche il battage "multimediale" si rivela alla fine, fumo negli occhi: un esercito di pc non servono a renderci conto dei passaggi cardine di una carriera che vive, com'è arcinoto, specialmente dei cicli affrescati. Inoltre, mi chiedo perché collocarli all'inizio: forse sarebbe stato meglio fare una scelta meno "spettacolare" e proiettare ad alta definizionegiusto un paio di scene da Assisi, Padova e Firenze, ma ordinandole cronologicamente con le altre opere, tanto per mettere in evidenza i cambiamenti stilistici e cromatici che caratterizzano la carriera del "più grande maestro stato in dipintura". E ' un pò questa "megalomania" il difetto di tutta la mostra: non me la sento di criticare nessuno, perché immagino le difficoltà nell'allestire un'impresa del genere: e del resto, si sarà dovuto tenere conto delle esigenze del visitatore occasionale: tuttavia tutte le opere di Giotto sono in una sala sola, quasi "alla rinfusa" la mostra continua invece per 2 piani, e diventa difficile stabilire dei collegamente logici: c'è un numero enorme di opere, ma troppe sono poco o nulla significative: per fare un esempio che Flavius capirà di certo, dei riminesi io ho visto un "Crocifisso" invisibile di Pietro, presente anche con un'altra tavola, una tavola di Giuliano che fa il paio con quella di Baronzio (che però, non si sa bene per quale motivo, si trova prima nel percorso espositivo) e...basta!! Non ho il catalogo sottomano e non vorrei dire una cavolata (qualora mi sbagliassi, me ne scuso: ero distratto dalla mia ragazza ^_^ e da Janus :perv: ) ma non c'è nulla di Giovanni!! Allo stesso modo, mi chiedo se fosse davvero così difficile trovare, per la "zona veneta" qualcosa di meglio delle due opere esposte di Altichiero e Paolo Veneziano, ovvero il "prima" e "dopo" più importanti nella zona. Ancora, di Lorenzetti e Simone Martini, due tavolette...belle, per carità, ma erano davvero necessarie? A documentare, documentano poco o nulla, e sembrano quasi lì "per far numero", insieme a tanti altri pezzi. Solo che in questo caso il numero aumenta in maniera esponenziale, ed alla fine soffoca la mostra.
Logicamente parlo come uno che ha visto varie volte Giotto e "compagnia" agli Uffizi, a Bologna, ai Vaticani, come uno che si è visto i riminesi a Rimini, i bolognesi a Bologna, i toscani a Firenze e a Siena ecc.
Se non avessi avuto nessuna conoscenza di queste opere, probabilmente considerei molto importante il poterle avere riunite in una sola volta. Se non avessi la minima remora a farmi 200-300 km per andarmi a vedere una monografica su "i giotteschi in Umbria" ( ;) mai vista, è solo un esempio) probabilmente apprezzerei di più di poter vedere 3-4 opere di questi artisti in serie e non farei tanto lo schizzinoso sull'utilità didattica di simili accostamenti.
Insomma, la mia opinione è: una mostra più per "interessati" che "appassionati" veri: per questi ultimi una spremuta di Giotto e trecento da sorseggiare con cura, perché non rischi di rimanere indigesta ;)

Saluti

Edited by MarcoSupersonic - 29/4/2009, 19:28
 
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